Al giorno d'oggi, il lavoro è un fattore costitutivo dell'identità del soggetto e lo include/esclude dalle relazioni sociali, il che rende importante la sua appartenenza all'ambiente di lavoro e, con essa, la necessità di un lavoro che abbia un senso, considerando le attuali richieste poste ai lavoratori e il tempo che essi dedicano al lavoro. Questa situazione può essere vissuta attraverso la lente del piacere o del dispiacere, a seconda della storia di vita del soggetto e della struttura organizzativa di cui fa parte. Sono molte le situazioni che possono portare i lavoratori a sentirsi emotivamente esausti, a sperimentare dolori fisici e muscolari, a essere soggetti a stress, oltre ad altre patologie legate all'ambiente di lavoro, che li portano ad ammalarsi. Tuttavia, molte aziende non si preoccupano della salute e del benessere dei propri lavoratori, evidenziando la necessità di umanizzazione all'interno di queste aziende, che hanno assunto un carattere perverso. Sulla base di questo scenario, la domanda di partenza di questo studio è: perché le aziende non si preoccupano della salute mentale dei lavoratori e qual è la loro comprensione di questo concetto?